Vittorio Prato: “Songs from far away”, un viaggio interiore
Nell’immaginario popolare Francesco Paolo Tosti e la sua musica vengono invariabilmente associati ai salotti buoni di gozzaniana memoria dove, tra pavoni impagliati e abat-jour velate, rosolio e baci di dama, la signorina di buona società si esibiva per gli amici della prozia zitella che l’accompagnava al pianoforte.
Alle romanze da salotto di Tosti è stata negata – non senza un pizzico di snobismo provinciale – la dignità che si attribuisce alle mélodies francesi per non parlare del repertorio liederistico austrotedesco; peccato che il compositore ortonese fu viaggiatore curioso e conoscitore della musica non solo europea tanto da essere acclamato a Londra – e non solo – dove si trasferì nel 1875 entrando a far parte della corte della Regina Vittoria come maestro di canto e organizzatore di serate musicali.
Ci pensa Vittorio Prato – con l’apporto insostituibile del mai abbastanza lodato Vincenzo Scalera – a ristabilire la verità collocando Tosti al posto gli spetta nel panorama musicale europeo della seconda metà dell’Ottocento attraverso il cd “Songs from far away” pubblicato dalla Illiria.
Prato affronta una succulenta raccolta di romanze in inglese che in più di un’occasione sembrano fungere da modello alla grande produzione “leggera” che di lì a pochi anni vedrà protagonista Cole Porter e lo swing.
Il tema è il viaggio, nella sua doppia valenza di spostamento fisico e di percorso interiore, in tutte le sue sfumature e il baritono leccese lo spiega benissimo nel suo ampio e godibilissimo testo che accompagna il cd. In un momento storico in cui recarsi da un luogo ad un altro è difficile se non impossibile il viaggio diventa un luogo dell’anima, un sentiero dove ci si può smarrire per poi ritrovare la via verso l’arrivo fissato.
Le romanze di Tosti, nell’interpretazione di Prato – la voce è sempre più rotonda e va guadagnando bruniture fascinose – palpitano delle loro sfumature rivelando, grazie anche al dialogo con il pianoforte luminoso e talora velato di malinconia di Scalera, una profondità di scrittura assai più che notevole.
Da ascoltare leggendo lo scritto e da riascoltare poi tante altre volte, selezionando l’opzione “shuffle” perdendosi e ritrovandosi.
Alessandro Cammarano
La locandina
Francesco Paolo Tosti | |
“Songs From Far Away” | |
Baritono | Vittorio Prato |
Pianoforte | Vincenzo Scalera |
Illiria (2020) |
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