CD: Chausson, Mozart e Schumann per Gabriele Pieranunzi
Due incisioni, entrambe per l’etichetta Aulicus Classics, che colgono uno stesso interprete, in questo caso Gabriele Pieranunzi, in momenti diversi della sua carriera, una recente ed una storica a fotografare scelte di repertorio non comuni.
La Spalla dell’Orchestra del San Carlo di Napoli registra nel 2018 un programma interamente dedicato a Chausson il Concerto per violino pianoforte e quartetto d’archi in Re maggiore op. 21 e il Quartetto in Do minore op. 35. L’impaginato di maggior interesse è senz’aòtro il concerto in cui il compositore francese erede della tradizione estetica di Massenet e più ancora di Franck scegli un organico inusuale capace di rendere cameristica una forma eminentemente dedicata alle sale da concerto, il tutto in un’ottica prediletta dal compositore la cui vena intimista si ritrova lungo tutta la sua produzione.
Pieranunzi, in piena sintonia con la pianista Jin Ju e i Philharmonia Chamber Players, opta per una lettura raccolta in una luminosità malinconica capace di rendere pienamente giustizia alla composizione che tuttavia non manca di spunti spigolosi ove non aspri. Il secondo movimento, una Sicilienne, è resa con lucida introspezione così come il Trés animé conclusivo trova accenti giustamente concitati.
Il Quartetto in Do minore op. 35, incompiuto e completato da Vincent d’Indy che scrisse il finale del terzo movimento vive di eco beethoveniane ma anche di richiami wagneriani – il tema del Tarnhelm è ben presente – che i Philahrmonia Chamber Players Fabrizio Falasca, Sarah Oates, Yukiko Ogura e Eric Villeminey, restituiscono in tutto il loro lirismo evidenziando le sottigliezze contrappuntistiche presenti.
Risale al 1999 la ripresa live del Quartetto in Sol minore K 478 di Mozart insieme al Quartetto in Mi bemolle maggiore op. 47 di Schumann, ove Pieranunzi suona con due mostri sacri come Rocco Filippini, Alfons Kontarsky e Francesco Fiore.
Il K 478 non è pagina eseguita di frequente e quindi ancor più interessante nell’ottica discografica che ne pone in risalto la doppia natura cameristica e concertistica grazie ad una lettura lucidamente analitica.
Il quartetto schumaniano nasce in un periodo “sperimentale” del compositore, che percorre sentieri nuovi nella produzione da camera e ancora una volta l’approccio di Pieranunzi e compagni è improntato ad un rigore ricco di fantasia capace di porre in risalto la novità del pezzo.
Le registrazioni – il Mozart-Schumann del 1999 dal vivo – respirano entrambe di una ben spaziata ariosità e meritano ascolto approfondito.
Alessandro Cammarano
Ernest Chausson | |
Concerto per violino pianoforte e quartetto d’archi in Re maggiore op. 21 | |
Quartetto in Do minore op. 35 | |
Aulicus 0029 | |
Wolfgang Amadeus Mozart | |
Quartetto in Sol minore K 478 | |
Robert Schumann | |
Quartetto in Mi bemolle maggiore op. 47 | |
Aulicus 031 |
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