Firenze: Ivan Fedele, esperimenti ed esotismi agli Amici della Musica

Il compositore Ivan Fedele, ospite di Ritratti, spazio dedicato alla musica contemporanea nel programma degli Amici della Musica di Firenze cita Schubert, soprattutto il suo intimismo vocale cameristico, come traccia utile di avvicinamento alle sue opere in programma, in particolare Maja (1999) su testi di Giuliano Corti. L’altra è Fuyu Haiku (2020) dove comunque la voce femminile è sempre protagonista. Poi però, come sta nella logica della carta bianca offerta al compositore ospite, Fedele ci propone nel programma della serata Maurice Ravel (Le Chansons madécasses) e Arnold Schönberg (estratti da Pierrot Lunaire). Questo scombinamento tanto ci dice sulla complessità delle radici (spesso inconsapevoli) che stanno alle base dei percorsi creativi dei compositori. Se è vero che Fedele è probabilmente affascinato non tanto dal malinconico romanticismo schubertiano quanto dalla sua capacità di interiorizzare drammaticamente valori esistenziali, che ne fa un innovatore del suo tempo, sia Ravel che Schoenberg ci aiutano di più per la loro vicinanza a noi.

Le Chansons madécasses (1925-26) sono tre liriche dai testi di Evariste-Desiré Parny, con una chiara impronta esotica e anticolonialista (…Aoua! Aoua! Diffidate dei bianchi, abitanti della riva…), che si sviluppano in un ambiente mosso, vitale, non descrittivo, dove violoncello e pianoforte si incontrano magicamente con la parola mentre il flauto vola più alto come a incorniciare un panorama sfavillante, esotico sì, ma mai banalmente turistico. Esotismo che lo stesso Fedele sfiora con il suo Fuyu Haiku, dove la fascinazione verso la concisione formale dell’haiku stimola non solo ricerca timbrica ma apre a quadri consequenziali dove l’aforismo nella sua brevità costringe l’autore ad una specie di sintesi creativa, la voce verso qualche acrobazia. Coinvolge molto il ruolo del clarinetto basso che distribuisce magie sospese, anche quello delle percussioni che evitando riferimenti puramente etnico/ritmici, disegnano atmosfere.

L’incontro con il Pierrot di Schönberg è sempre emozionante. Pencolante tra gioia e melanconia, ottimismi e frustrazioni improvvise, tipico personaggio decadente, l’opera distribuisce, nelle profondità dello scavo esistenziale e psicologico, sottilmente erotico, vibranti schegge espressionistiche in un procedere, che rinunciando al canto lo sostituisce con la melodia parlata. Nella rappresentazione teatrale di avvenimenti e sentimenti, suoni e parole si muovono come personaggi, fantasmi nascosti tra i lirismi delle corde, rivoli sonori che arrivano tutti ad un compimento formale e contenutistico ancora di grande attualità. Anche Fedele gioca con la voce con la sua Maja. Lui lo chiama canto filtrato, al di là che il termine ci aiuti o no a capire, una tecnica vocale che prova a dilatare la visionarietà di una composizione che stenta però a trovare una propria identità, con qualche passaggio meccanico, una via di mezzo tra canto impostato e sperimentazione radicale che dissipa la tensione del testo (da Così parlò Zarathustra di Nietzsche), rischiando qualche rigidità, pur in un contesto strumentale di qualità.

Nel racconto dell’ultimo appuntamento stagionale degli Amici della Musica di Firenze nel Saloncino della Pergola non si può non sottolineare il filo rosso che lega Ivan Fedele al Syntax Ensemble diretto da Pasquale Corrado. Legame che si percepisce nella capacità, la passione, la qualità esecutiva rispetto a partiture complesse che presuppongono un notevole lavoro strumentale e interpretativo. Una menzione particolare merita il soprano Valentina Coladonato impegnata su tutti i fronti della serata, che dimostra una vivace duttilità, eleganza e gesto, rispetto a repertori diversi. Infine si può affermare che l’esperimento di questo nuovo format dedicato alla musica contemporanea nel programma degli Amici della Musica di Firenze, pensato dal direttore artistico Andrea Lucchesini, ha funzionato grazie anche alla formula scelta. Silvia Colasanti, Silvia Borzelli, Francesco Filidei e Ivan Fedele ci hanno raccontato, nei quattro appuntamenti di Ritratti, un pezzo della realtà musicale d’oggi. Un esperimento che merita conferma e potenziamenti nel difficile percorso di ridurre la distanza del pubblico della classica rispetto agli aspetti più contemporanei.

Paolo Carradori
(2 aprile 2023)

La locandina

Syntax Ensemble
Voce Valentina Coladonato
Violino Francesco D’Orazio
Violoncello Fernando Caida Greco
Flauto Laura Faoro
Clarinetto Marco Ignoti
Pianoforte Anna D’Errico pianoforte
Percussioni Dario Savron
Direttore Pasquale Corrado
Programma:
Maurice Ravel 
Chanson madécasses
Ivan Fedele  
Maja, per soprano, pianoforte, vibrafono, flauto, clarinetto, violino e violoncello  su testi di G. Corti
Arnold Schönberg 
Pierrot lunaire, op.21 (estratti)
Ivan Fedele 
Fuyu Haiku, per voce femminile, clarinetto basso, violoncello e percussioni

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