Padova: creare e la diffondere la musica del presente, nasce la Taverna Maderna
Con il concerto di sabato 30 novembre al Teatro Torresino si inaugura la stagione di Taverna Maderna, iniziativa di un gruppo di giovani compositori, interpreti e musicologi interessati a portare a Padova e dintorni la musica contemporanea. «Un luogo di incontro, scambio e condivisione fra tutti e tutte coloro che seguono compongono, suonano, studiano e ascoltano la musica di oggi», recita la presentazione della Taverna (cui va il plauso di un nome meraviglioso cui si spera segua un bel dì una reale taverna intesa come spazio fisico in cui ritrovarsi), e così è stato anche nel primo concerto. Di fronte ad un pubblico decisamente folto per un primo appuntamento, il trio di percussioni RITMØ3 (al suo debutto) formato da Alberto Anhaus, Andrea Zamengo ed Emanuel Bollotto e la regia del suono di Matteo Polato hanno spaziato da Thierry De Mey a Mark Applebaum e Giorgio Battistelli, passando per la musica di giovani compositori padovani quali Simone Tessari, Leonardo Mezzalira e lo stesso Anhaus, presentando anche tre prime esecuzioni assolute. L’impegno e l’interesse da parte degli esecutori e gli organizzatori era palpabile fin dallo studio sulle luci di scena e dall’attrezzatura messa in gioco, oltre alla visibile emozione di chi si espone non solo organizzando, ma anche portando la propria musica di fronte ad un pubblico.
La serata si è svolta con gran successo, sia per l’ottimo livello degli esecutori, che d’altronde escono da due delle classi di eccellenza del conservatorio patavino (percussioni e musica elettronica), sia per l’entusiasmo dei partecipanti e la buona strutturazione del programma. Inevitabili alcune ingenuità, prevalentemente sulla gestione del palco e sul confronto un po’ impari tra autori già affermati e giovani emergenti, soprattutto nell’abilità di scrittura strumentale: Ars interpretation e Rome’s Traffic Reflections di Anhaus ancora paiono immersi in uno sperimentalismo timbrico e performativo un po’ confuso, in cui il giovane percussionista e compositore dovrà orientarsi per trovare una propria dimensione forse con ancora più coraggio; Capèo col frontin di Simone Tessari, al di là del titolo assolutamente meraviglioso e degno di accompagnarsi a “Taverna Maderna”, paga pegno di un tentativo non disinvolto di unire una ricerca personale con sonorità derivate dal mondo trap, in cui non si capiva bene se l’intento sia ironico-sarcastico o di effettivo desiderio di assimilare anche quel linguaggio (o, perché no, anche entrambe le cose); il brano più interessante tra quelli dei compositori emergenti è stato a mio avviso Proclama di Leonardo Mezzalira, in cui nonostante il testo pronunciato dal percussionista venisse fin troppo facilmente sommerso dal rullante, si sono scorti dei momenti di sincerità espressiva e raffinate suggestioni. Considerata l’età dei compositori, però, alcune rigidità più che normali in un percorso di crescita. Anhaus e l’aspetto performativo, Tessari e l’aggancio stilistico, Mezzalira e le sue suggestioni poetico-timbriche hanno tutti mostrato elementi di interesse da cui poter costruire un proprio universo espressivo.
Dunque ancor più lodevole una nuova iniziativa che miri a sostenere e a dare spazio a questi musicisti, oltre a proporre brani di oggi o del recente passato troppo raramente programmati. E a chi possa tirare fuori l’antica questione che una musica che richieda sforzi per esser promossa mostri evidenti segni di debolezza, basterà ricordare che fin dall’800 e dalla nascita del concetto stesso di “repertorio” sono esistite società e associazioni nate dall’entusiasmo di giovani compositori e interpreti e dedicate all’esecuzione della nuova musica, che si dovesse difendere l’ars gallica dall’invasione del repertorio austro-tedesco o che si dovessero vincere le resistenze del pubblico per introdurre autori assolutamente inascoltabili quali, ad esempio, Mahler, Brahms, Skrjabin o Debussy. Assolutamente disdicevole.
Taverna Maderna prosegue quindi ora con altre tre iniziative: Bruno Cunha con clarinetto e live electronics il 4 dicembre al Circolo Nadir, Dario Carpanese al clavicembalo tra Federico Perotti e quattro prime esecuzioni assolute il 25 gennaio alla Scuola della Carità (con replica a Bassano del Grappa), e il Duo Dubois con sassofono e percussioni alla libreria La forma del libro il 7 febbraio (anch’esso replicato a Bassano).
Alessandro Tommasi
(30 novembre 2019)
La locandina
RITMØ3 | Alberto Anhaus, Andrea Zamengo, Emanuel Bollotto |
Regia del suono | Matteo Polato |
Programma: | |
Thierry De Mey | |
Table music per tre percussionisti | |
Mark Applebaum | |
Aphasia per un performer ed elettronica | |
Alberto Anhaus | |
Ars interpretation per un percussionista ed elettronica* | |
Giorgio Battistelli | |
Trama per un percussionista | |
Simone Tessari | |
Capèo col frontìn per un percussionista ed elettronica | |
Mark Applebaum | |
Echolalia per un performer: 22 rituali dadaisti amplificati, trasformati elettronicamente e diffusi da un secondo performer | |
Leonardo Mezzalira | |
Proclama per un percussionista* | |
Alberto Anhaus | |
Rome’s Traffic Reflections per tre percussionisti* | |
*Prima esecuzione assoluta |
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